Canal+ Terminal: una serie folle nel cuore di un aeroporto immaginario
Quando si alza il sipario su “Terminal”, l’ultima serie proposta da Canal+, le aspettative sono grandi quanto l’apparente ambizione dei suoi creatori.
Situato nel cuore di un aeroporto immaginario dove collaborano eccentrici assistenti di volo e straordinari controllori del traffico aereo, questa serie promette avventure folli come un volo senza gravità.
Umorismo in pieno decollo o in caduta libera?
L’essenza stessa di “Terminal” risiede nella sua tendenza all’assurdo, una tradizione cara ad alcuni classici cult della televisione. Jamel Debbouze, al timone insieme ad altri, sperava di riflettere questa eredità.
Tuttavia, la scelta di filmare davanti a un pubblico dal vivo, per quanto coraggiosa, è stata una doppia arma. Le risate registrate, che dovrebbero scandire i momenti comici, a volte sembrano fuori fase rispetto all’azione, il che può alterare l’auspicata complicità tra la serie e il suo pubblico.
Prestazioni che salvaguardano i mobili?
Nonostante alcune critiche, non c’è dubbio che “Terminal” si presenti come una piattaforma ideale per performance notevoli.
Cifre in aumento come Tristan Lopin e giocatori affermati come Camille Chamoux apportano una certa vitalità ai loro ruoli, anche se a volte si ha l’impressione che i talenti siano vincolati da una sceneggiatura con il pilota automatico.
try { new KwankoSDKLoader.getSlot(“S4F53157319322D1”); } catch(e) {}Il futuro di “Terminal”: tra speranze e scetticismo
Se è troppo presto per gettare la spugna, “Terminal” si presenta come una scommessa rischiosa. L’accoglienza mista alla sua première a Cannes potrebbe significare che questa serie si presta meglio a un consumo rilassato a casa piuttosto che a un immediato brusio mediatico.
In conclusione, mentre alcuni episodi sembrano promettenti, ricchi di momenti gustosi, il primo ampiamente criticato per la sua esagerazione potrebbe dissuadere i più titubanti. Resta da vedere se “Terminal” troverà la sua quota di crociera o se sarà un volo troppo turbolento per riunire un vasto pubblico.
Solo il tempo, e forse gli aggiustamenti agli episodi futuri, determineranno se “Terminal” è un capolavoro non celebrato o semplicemente un tuffo nell’acqua della commedia televisiva.
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